Chi, almeno una volta nella vita, non ha incontrato una persona che si è posta nella relazione in modo provocatorio?
Per capire quali strategie utilizzare per poter dialogare in modo più costruttivo con le persone, è importante conoscere e capire le emozioni che sono alla base dei comportamenti.
Vediamo alcuni aspetti emozionali che regolano il comportamento provocatorio.
Chi provoca vuol ribaltare le regole del gioco esistenti e sostituirle con regole fondate sul potere del più forte impostando una relazione basata sul rapporto “inferiore – superiore”. In questo modo si controlla l’altro orientando le sue risposte verso comportamenti aggressivi che per il provocatore sono conosciuti, familiari. Infatti chi provoca preferisce l’aggressività dell’altro quale segno di “accettazione affettiva”. Un’attenzione su di sé, un modo alternativo anche se disfunzionale di vivere la relazione affettiva.
La provocazione manifesta la paura di non essere visti e di essere esclusi dal sistema di appartenenza. Quindi la provocazione è un modo particolare, anche se poco efficace, di chiedere di essere accettati.
La provocazione si può manifestare in modo aggressivo oppure seduttivo.
Gli atteggiamenti a rischio e provocatori nei giovani sono spesso il sintomo di una perdita di fiducia nel poter costruire, controllare e garantire il futuro che desiderano. Sono un modo per tenere a bada le paure, l’insicurezza. Per questi giovani rispettare le regole equivale ad ammettere una propria debolezza e inferiorità. La condivisione di regole in realtà è importante per il raggiungimento di obiettivi specifici.
Reagire con aggressività alla provocazione vuol dire cadere nella trappola del provocatore. Non reagire alla provocazione fa perdere l’interesse del provocatore non trovando più, lui, la soddisfazione di ricevere la risposta che si aspetta. Questo non vuol dire che si deve subire l’atteggiamento dell’altro. Utilizzare le parole per costruire una relazione fondata sullo scambio e sulla collaborazione è una strategia che non avrà effetti immediati ma ribalterà le regole del gioco: “non sono un nemico a tutti i costi, conosciamoci per come siamo realmente”.
Bibliografia
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Ricerca: S. Fadda, R. Meniconcini, D. Romei, I. Tomay “la percezione della sicurezza negli studenti delle scuole umbre” – Ordine degli Psicologi della Regione Umbria, 2007
Barbara Stella, Cecilia Stella, Isabella Conti, Immacolata Tomay, Maura Falocco, “Il fenomeno del bullismo. Analisi della cultura giovanile in una scuola Umbra”, contributo presentato all’11th European Congress of Psychology, Oslo, Norway, July 7th – 10th 2009; codice ISNN 1828-764
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