Rifiuto della Scuola

“Mio figlio non vuole più andare a scuola”, 

“non ha più interesse per lo studio”… 

“non riesco a fargli fare i compiti”, 

“non si vuole impegnare”… 

“piange, si dispera e non vuole entrare in classe”

È fondamentale saper “leggere” in modo corretto questi segnali.

Per i più piccoli è molto importante il rapporto con l’insegnante che deve basarsi sulla fiducia, sulla comprensione e sulla collaborazione, indispensabili per l’apprendimento.

Molti possono essere i motivi di rifiuto scolastico: è possibile che il bambino inconsciamente si prenda la responsabilità di dover soddisfare le aspettative dei genitori che lo vogliono adeguato alla situazione e con buoni voti. Sostenere queste aspettative diventa troppo faticoso e la scelta più facile per uno studente è quella di rifiutarsi di fare i compiti oppure di andare a scuola.

Altre volte è possibile che alcuni cambiamenti in famiglia, come la separazione dei genitori o la nascita di un fratellino/sorellina, lutti di persone care come i nonni, il trasferimento in una nuova struttura scolastica o in un’altra città, possano causare nel bambino disorientamento e forti emozioni – difficili da comprendere senza l’aiuto dell’adulto – e ripercuotersi negativamente sul modo affrontare la scuola.

Un altro problema ricorrente è relativo all’ansia verso la valutazione dell’insegnante. La valutazione può essere vissuta come un giudizio. Un eventuale cattivo rendimento pone lo studente di fronte alla convinzione di non essere abbastanza intelligente e capace e questo, oltre ad accrescere l’ansia, gli fa perdere la motivazione verso lo studio.

Il bambino può manifestare sintomi tipici di ansietà e angoscia relativi alla scuola che si manifestano frequentemente con mal di testa, mal di pancia e pianti fino ad arrivare a vere e proprie crisi di panico. 

Può infine accadere che uno studente possa avere problemi relazionali con il gruppo dei pari, che si senta inadeguato con conseguenti reazioni di irritabilità, aggressività o isolamento.

Qualsiasi situazione di disagio scolastico non deve essere trattata come un problema che riguarda solo l’alunno ma come una difficoltà che riguarda i diversi componenti del sistema: la scuola, il gruppo classe e la famiglia. 

 

Lo psicologo può aiutare studenti, genitori e insegnanti a capire il problema e a trovare le strategie più adeguate per affrontarlo.

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